Crescita personale

Imparare a essere felici è un’arte

Essere felici è un impegno, imparare a essere felici è un'arte. Il web è saturo di mantra, consigli e frasi sull'essere felici, ma come ci si può davvero sentire felici? Si può imparare la felicità?

La risposta è si. Imparare ad essere felici è un’arte e si può; a patto che siate pronti ad accettare di non esserlo. Spesso, chi cerca di raggiungere la felicità, fatica a conseguire l’obiettivo perché non accetta di adattare se stesso. Cosa significa? Che per essere felici bisogna partire proprio da se stessi. Per imparare a essere felici è necessario capirsi e capire cosa si intende per felicità. Vediamo di capire perché imparare ad essere felici è un’arte.

Come imparare l’arte di essere felici

Essere felici è una scelta. Il primo mantra (chiamiamoli così) da imparare è questo; quando si provano emozioni negative come la rabbia, o la delusione, viene spontaneo buttarsi giù e intristirsi. La tristezza, ben lontana da essere infelicità, è un’emozione normale: ma in quanto opposta alla felicità, non può coesistere con essa. Insomma, se si è tristi non si può essere felici.

Chiariamo: imparare ad essere felici non vuol dire eliminare la tristezza! Come tutte le emozioni la tristezza va vissuta e metabolizzata: questa è la chiave per superare le emozioni negative e poter godere di quelle positive. Sbagliatissimo il comportamento di chi pensa di trasformare il negativo in positivo. L’uno non potrà mai essere l’altro, perché insieme devono coesistere e formare l’essere umano.

Senza le emozioni negative non si potrebbe capire la felicità. Ecco perché imparare ad essere felici è un’arte: se per escludere l’infelicità bisogna viverla, il risultato dovrà essere un capolavoro del quale sentirsi davvero orgogliosi e soddisfatti. Per essere felici si parte da qui.

Imparare a essere felici sempre

L’infelicità non è una condizione perenne, anzi. In alcuni casi è più frequente e insistente, ma nella maggior parte si manifesta in maniera altalenante. A casa, a lavoro, con i propri amici: purtroppo si può essere infelici per tanti motivi. Capire perché è un ottimo inizio per imparare a essere felici, ma poi la condizione va mantenuta il più a lungo possibile.

La famiglia è il primo nucleo in cui va cercata la felicità. Come si suol dire ” la famiglia ci sarà sempre”, ma quando viene a mancare? Quando non si sa da chi tornare, come si può essere felici in casa?

In effetti essere felici anche da soli è una questione spinosa, soprattutto per chi soffre molto la solitudine. Non c’è una cura per la mancanza di affetto, se non quella di uscire dal guscio e rendersi disponibili ad esso. Cosa vuol dire? Niente di impossibile. Se si sente il bisogno di socialità, amicizia e affetto, bisogna provare a cercarli. E se sembra un’impresa impossibile, tutto sta a cominciare.

Anche nel lavoro si può essere infelici. Trasformare il lavoro in una passione è uno dei passi fondamentali per imparare a essere felici; anche questo è arte, saper svolgere i compiti quotidiani al meglio delle proprie possibilità. Non dipende sempre dai colleghi o dalla gratifica: dipende da noi e da come ci approcciamo all’attività lavorativa. Si può cambiare l’ambiente di lavoro? Si può migliorare il dialogo con il capo e i colleghi? C’è margine di crescita? Sono tutte domande che prima o poi devono trovare risposta. Se è possibile migliorare qualcosa si deve agire, con coraggio e raziocinio; l’infelicità nasce anche dalla paura, che è umana ma non impossibile da sconfiggere. A proposito, vuoi sapere come superare e affrontare tutte le paure?

Imparare ad essere felici per gli altri

Tutto cambia se ad essere felici sono gli altri, mentre noi annaspiamo nelle ansie e nelle responsabilità di tutti i giorni. Viene quasi spontaneo invidiare l’altro per i successi lavorativi, personali, per le conquiste materiali; infine, spesso, ci si sofferma solo su quello che appare, dimenticando che in realtà è solo quello che qualcuno ha deciso di mostrarci.

Essere felici per gli altri significa comprenderne la naturalità delle emozioni; chi prova la felicità ha anche provato il suo opposto, e ne comprende il valore. Per essere felici gli altri hanno fatto un percorso, e gioire per il loro traguardo è gioire del nostro stesso futuro traguardo. Imparare ad essere felici è un’arte, imparare a farlo per gli altri è intelligente e nobile.

In ultima analisi, essere felici per gli altri vuol dire anche condividere la propria felicità a vantaggio di altri che vivono momenti tristi. In alcuni casi un sorriso, una parola carina, un gesto inaspettato, possono regalare più gioia di qualunque conquista personale; non solo a chi le riceve, ma anche a chi li dona. Una cosa è poca ma sicura: si possono donare beni materiali, soldi e aiuti, ma nulla sarà prezioso come una piccola dose di felicità.

Essere felici ai tempi del Coronavirus

Quello che viviamo è un periodo particolarmente delicato, nel quale la felicità può essere un fattore sfuggevole. Tra distanziamento sociale, regole, la paura stessa… Essere felici non è stata molto una priorità. Eppure è indispensabile non mollare: una situazione come questa può essere affrontata solo cercando di mantenere il più possibile calma e serenità.

Essere felici ai tempi del Coronavirus vuol dire anche questo: riprendere a vivere la quotidianità, gli obiettivi e la vita in generale, con rinnovato ottimismo e perenne attenzione. Se la situazione ci impone delle regole, queste non devono per forza essere un limite alla ricerca della felicità: anche se l’agire è limitato, bisogna imparare a vivere momenti qualitativamente migliori.

Già si parla di società post Convid, e questo vuol dire che il Coronavirus è già riuscito a cambiarci. Ora è davvero il momento di riscoprire le piccole cose: passeggiare, leggere libri, salutarsi anche se da lontano. Sembravano cose così scontate prima. Eppure oggi sono alcune di quelle su cui contiamo per evadere dalla negatività del periodo. Il mondo cambia, le specie si adattano. Imparare ad essere felici è un po’ anche questo.

Si può essere felici con poco?

Assolutamente si. Spieghiamoci: quando si dice essere felici con poco, si intende saper valorizzare quello che si possiede (il poco appunto), per far si che diventi tutto. Da li nascono le migliori soddisfazioni, e la felicità.

Che si tratti della serenità familiare, o delle capacità innate sul posto di lavoro, o dell’empatia posseduta a vantaggio dei rapporti d’amicizia, il concetto è sempre lo stesso: se si è in condizione di avere poco, bisogna asservire quel poco al raggiungimento della soddisfazione. Per essere felici con poco basta guardarsi dentro e intorno. Conoscere se stessi e le proprie potenzialità, è il primo passo per essere felici anche con poco.

Frasi sull’essere felici

Sempre più persone trovano, in frasi aforismi e citazioni, la giusta concentrazione di parole per descrivere il proprio stato d’animo. E perché non dovrebbe essere così?

A volte una frase diventa un mantra, entrando a far parte della vita e delle abitudini di chi la fa propria. Ne abbiamo riunite un po’ qui, sperando che possano essere fonte d’ispirazione per chi vuole imparare l’arte di essere felici.

Ho commesso il peggior peccato che un uomo possa commettere: non sono stato felice.
(Jorge Luis Borges)

Di tanto in tanto è bene fare una pausa nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici.
(Guillame Apollinaire)

Ogni giorno dì a qualcuno che c’è in lui qualcosa che ammiri e apprezzi.
Ti accorgerai che occorrono meno di due secondi per far felice una persona.
(Richard Carlson)

Cercare la felicità fuori di noi è come aspettare il sorgere del sole in una grotta rivolta a nord.
(Proverbio tibetano)

Sulla natura stessa della felicità non si riesce a trovare un accordo, e le spiegazioni dei saggi e del popolo sono inconciliabili.
(Aristotele)

La gioia è assai contagiosa. Cercate, perciò, di essere sempre traboccanti di gioia dovunque andiate.
(Madre Teresa)

Perché è così che ti frega la vita. Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine, o un odore,o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
(Alessandro Baricco)

Federica Benedetti

Digital designer and brand curator con la passione per storia, funzionamento e riproduzione (a mano libera, su carta e in digitale) di tutto ciò che osservo. Prediligo il lavoro in team e sono sempre bendisposta al confronto di idee dal quale traggo ispirazione e insegnamento. Ho lavorato e lavoro da anni a contatto con il pubblico e mi auguro di poter continuare a comunicare agli altri le mie idee, non solo a parole ma con l’illustrazione, la fotomanipolazione, la post-produzione e tutte le tecniche rappresentative che approfondirò. Vorrei anche essere un ingegnere, ma questa è un'altra bio.

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