Crescita personale
Cos’è il bias cognitivo e come evitarlo
Il bias cognitivo, oltre ad essere un concetto ai più sconosciuto, si prende anche il primato di comportamento pericoloso: vedremo di spiegarlo meglio, ma volete un esempio di bias cognitivo? Le truffe agli anziani! Vediamo cos'è il bias cognitivo e come evitarlo!
Cos’è il bias cognitivo e come evitarlo? In questo articolo risponderemo ad una domanda niente affatto semplice: non è un caso se, come abbiamo già detto, attraverso il bias cognitivo hanno luogo le truffe agli anziani. Il bias cognitivo fa parte dell’essere umano esattamente come l’educazione impartita dalla famiglia. Per cominciare potremmo dire che non ne esiste un solo tipo e che spesso si maschera facilmente con i comportamenti normali di ogni giorno.
Bias è un termine inglese, che trae origine però dal francese “biais”, e vuol dire obliquo/storto. Il significato letterale ben rispecchia l’utilizzo che se ne fa oggi: obliquo sta a rappresentare un’inclinazione, ovvero una predisposizione cognitiva del soggetto che lo applica. Insomma, un bias cognitivo è un concetto o un pensiero, formulato su preconcetti, ideologie o pregiudizi in generale. Esso è totalmente astratto, cioè non è basato su esperienze reali di chi lo formula ma nasce da credenze e vissuto d’altri.
Adottare un bias cognitivo porta a compiere scelte affrettate, oppure a dare giudizi condizionati. A tratti, si ha quasi la sensazione di ricadere sempre nelle stesse dinamiche (e forse è così); quello che a un primo sguardo può sembrare risolutezza, ad un secondo potrebbe essere invece una scorciatoia mentale dovuta ad un bias cognitivo.
I bias cognitivi si manifestano nei comportamenti comuni e abitudinari: un acquisto di troppo, uno sgarro alimentare, un esame rimandato senza valido motivo. Con un bias cognitivo prendiamo la decisione più pratica e sbrigativa ma non sempre quella giusta. C’è di più, di fronte all’evidenza di una scelta basata su motivazioni labili, adottiamo un altro bias cognitivo senza riuscire minimamente ad evitarlo: ci giustifichiamo! Quello che evitiamo invece, è la realtà dei fatti, che modifichiamo e adattiamo proprio in funzione del bias cognitivo.
Sommario
- 1 Cos’è il bias cognitivo e come evitarlo: cosa c’è di più da sapere?
- 2 Bias cognitivo di ancoraggio
- 3 Bias cognitivo di conferma e come evitarlo
- 4 Bias della scelta vs Bias del senno del poi
- 5 Bias cognitivo dell’influenza
- 6 Illusione dello schema
- 7 Il bias cognitivo dell’attualizzazione iperbolica
- 8 Bias cognitivo della negatività e come evitarlo
Cos’è il bias cognitivo e come evitarlo: cosa c’è di più da sapere?
La bella notizia è che non sempre il bias cognitivo porta ad una scelta sbagliata, la brutta è che evitarlo non sempre è possibile. Alcuni bias, sono così radicati nelle nostre abitudini quotidiane da non accorgerci quasi mai di applicarli; altri invece, potrebbero e dovrebbero essere evitati. Ma cos’è un bias cognitivo da riconoscere al fine di evitarlo?
A tal proposito va’ fatta un’ulteriore specifica: i bias cognitivi sono tantissimi, più di 200 quelli considerati “principali”. Ci imbattiamo in un bias cognitivo almeno una volta al giorno, ed è una stima in difetto; di conseguenza è difficile riuscire ad elencarli tutti e impossibile eliminarli del tutto dall’agire quotidiano.
Un modo molto comodo di provare a raggrupparli, è dividendoli per fattori di condizionamento. Così avremo i bias:
- di giudizio
- della memoria
- di motivazione e desiderio
- di decisione
- individuali o di gruppo
A condizionare lo sviluppo di un bias sono il contesto culturale, le credenze popolari, il giudizio altrui, gli schemi mentali e la paura di prendere una decisione. Data la varietà dei condizionamenti è impossibile stabilire un’unica linea d’azione per eludere i bias cognitivi; meglio piuttosto conoscere almeno i più comuni e capirne i meccanismi alla base. Si ripresenteranno, ma essere capaci di individuarli aiuterà di sicuro ad evitarli.
Bias cognitivo di ancoraggio
Il bias cognitivo di ancoraggio è uno dei più conosciuti: “l’ancora” è quell’informazione, o gruppo di informazioni, alla quale ci aggrappiamo nelle valutazioni precedenti una decisione. É il caso, per esempio, di un acquisto importante come una macchina; se il costo dell’acquisto è molto ribassato, a noi sembrerà sempre un buon affare, anche se quel costo non rappresenta il valore dell’oggetto stesso.
L’idea che ci siamo fatti a priori su quell’acquisto dominerà tutta la trattativa; qualunque altro prezzo più basso sembrerà un affare così vantaggioso da farci dimenticare il valore dell’oggetto.
Questo bias cognitivo è molto comune ma non è facile evitarlo: una valutazione più accurata non risolve il problema se viene fatta in maniera ossessiva e inconcludente. Insomma, cercare di evitare il bias di ancoraggio nel modo sbagliato, potrebbe farci cadere nel bias successivo.
Bias cognitivo di conferma e come evitarlo
Per natura l’essere umano è portato a confermare le proprie idee nel confronto con altre, soprattutto se queste sono affini alla propria. Più le informazioni comparative sono simili alla nostra idea e più questa trova terreno fertile per affermarsi.
Per evitare questo bias, basterebbe considerare anche altre opinioni meno affini alla nostra? Potrebbe, ma a condizione che vengano valutate con spirito critico e apertura mentale. L’intenzione deve essere costruttiva: il confronto con l’opposto, ma anche con il simile, deve generare ragionamento e la giusta dose di dubbio. Anche dubitare troppo può essere deleterio, il rischio è quello di cadere in un altro bias cognitivo: quello dell’inazione.
Il bias cognitivo di inazione si combatte proprio con l’azione. Il terzo principio della dinamica? “Ad ogni azione compiuta su un corpo, corrisponde un’azione uguale e contraria del corpo stesso”! Se il momento è particolarmente critico, e la reazione spontanea è proprio non agire, la soluzione può essere fare qualcosa che richieda poco tempo ma produca profitto. Questo serve a generare soddisfazione, quindi un sentimento di positività che ci predispone meglio ad affrontare il compito successivo. Un esempio? Fare le pulizie di casa, riordinare, dedicarsi ad un’attività creativa e chi più ne ha più ne metta.
Bias della scelta vs Bias del senno del poi
I due bias di questo paragrafo sono opposti e al contempo molto simili: agiscono sulla metodologia della scelta e sulle conseguenze che questa porta. Spieghiamoci meglio.
Alea iacta est, diceva Cesare, senza ripensamenti aggiungiamo spesso noi. Ma quando il ripensamento compare, le strade possibili sono due: consolidare le motivazioni della scelta mentendo a tutti e anche a noi stessi, oppure cedere al ripensamento e pentirsi di quanto fatto.
Il primo caso è il classico bias della scelta, un rafforzamento delle motivazioni adottate basato per lo più su autoconvincimento personale. Non è impossibile da evitare, perché è generato dall’impulsività che può essere controllata. Certo, non bisogna reprimere un istinto che a tratti può essere forza; è importante però, distinguere istinto da impulso, e cercare di fondare ogni decisione almeno su motivazioni razionali.
Il secondo caso è simile al primo nel modo di agire, ma completamente opposto per le conseguenze; alle giustificazioni forzate si sostituisce il rammarico di aver preso la scelta sbagliata, e la consapevolezza di non poter tornare indietro. Anche qui, l’azione a monte è il miglior modo dei prevenire il bias cognitivo del senno del poi; per motivarsi a pensare prima di agire, basterebbe immaginare la delusione e la tristezza del senno del poi. Un famoso detto recita “Chi prima non pensa, poi sospira”…
Bias cognitivo dell’influenza
Per stabilire cos’è un bias cognitivo e come evitarlo, si deve passare da questo specifico caso.
Il bias cognitivo dell’influenza si manifesta quando iniziamo a vedere ovunque l’oggetto che vorremmo acquistare, o che abbiamo iniziato a valutare.
Per spiegarlo è agevole l’esempio della macchina da acquistare: ci piace, la stiamo valutando, abbiamo letto qualunque recensione parere e valutazione, ma ora iniziamo anche a vederla ovunque. No, non ce ne sono magicamente di più in giro: è la nostra mente che, sovraccarica di informazioni, inizia a fare più caso a quello che le gira intorno.
Quindi, il bias dell’influenza, non è altro che un lavoro della mente che rielabora e ricollega le informazioni acquisite. Un altro esempio? Dopo questo articolo inizieremo a vedere bias cognitivi ovunque.
Illusione dello schema
Un altro bias cognitivo molto comune è l’illusione dello schema: il soggetto si illude di poter controllare eventi legati alla sorte e alla casualità, in funzione di uno schema preciso che si ripeterebbe nei vari casi.
Nulla di più sbagliato; innanzitutto perché non è possibile controllare il caos (inteso come casualità degli eventi), e secondo poi perché gli schemi hanno delle condizioni ben precise per ripetersi. Anche qui meglio fare un esempio: è totalmente errato applicare il bias dello schema quando si gioca al lotto o al superenalotto; i numeri che non escono da tanto, infatti, hanno la stessa identica probabilità di uscire di tutti gli altri.
L’illusione dello schema è un bias poco pericoloso, ma che può invertire totalmente la sua natura se ad applicarlo sono soggetti particolarmente sensibili come i giocatori d’azzardo. Ecco perché è importante capire cos’è un bias cognitivo e come evitarlo, perché alcuni possono essere abbastanza subdoli e ostici da eliminare.
Il bias cognitivo dell’attualizzazione iperbolica
A differenza del nome, questo bias è semplicissimo da spiegare: avete presente quando vi chiedono “Cosa preferisci, un succo di frutta o una cioccolata calda”? Ecco, il bias in questo paragrafo è ciò che ti porterà a scegliere la cioccolata calda.
L’essere umano è programmato per scegliere il piacere immediato piuttosto che il benessere a lungo termine. Ci vuole una forza di volontà immensa per non cedere alla tentazione e rispondere “succo di frutta”. Molti di quelli che ce la fanno senza sforzo, cedono magari su altre cose. Questo bias cognitivo, come già detto, condiziona la scelta di ciò che ci fa stare bene; non importa se contribuirà alla ciccia sui fianchi, ai brufoli in più, a distoglierci dai doveri in generale. Quello che la nostra mente recepisce è il benessere conseguibile nell’immediato.
Non è mancanza di coscienza, è istinto: quello che ci piace e ci fa stare bene subito, ha la precedenza su quello che ci regalerà benessere a lungo termine. Per capire cos’è questo bias cognitivo e come evitarlo, abbiamo bisogno solo di un po’ di forza morale e di ragionamento. Bisogna accettare, senza mezzi termini, che non sempre la scelta più facile è anche quella più giusta e duratura.
Bias cognitivo della negatività e come evitarlo
I bias cognitivi sono tantissimi, e ad ognuno andrebbe dedicato uno spazio adeguato per parlarne distinguerli e quindi evitarli. Ma non possiamo concludere senza parlare del bias cognitivo della negatività, molto presente e particolarmente insidioso.
Il bias cognitivo della negatività consiste nel trovare solo aspetti negativi in ogni situazione; un po’ come compilare una lista di pro e contro senza pro! É il caso delle valutazioni e delle decisioni importanti, piuttosto che della negatività intesa come stile di vita.
Secondo la scienza, questo bias cognitivo viene dalla genetica, e in particolare dall’evoluzione del genere umano. Gli uomini primitivi dovevano difendere la propria sopravvivenza da numerosi pericoli: più di tutto dovevano riconoscere il pericolo ancor prima che questo si presentasse. Meglio tenersi in disparte piuttosto che essere sprovveduti.
Questo atteggiamento è stato la salvezza della specie, ma oggi lo applichiamo fin troppo alla lettera. Tendiamo a vedere trappole e inganni ovunque, spesso evitiamo una scelta o una decisione proprio per i possibili effetti negativi che essa potrebbe avere; nei casi peggiori, vedere solo gli aspetti negativi delle cose, ci chiude in una continua introspezione che a lungo andare allontana dalla realtà.
Applicare il bias cognitivo della negatività non porta sempre a conseguenze estreme: come tutti i bias andrebbe usato per scopi costruttivi piuttosto che distruttivi. Scoprire di applicare costantemente un bias cognitivo è già un buon inizio per evitarlo; nel caso della negatività è indispensabile mantenere sempre un pensiero critico ed equilibrato, che comprenda un’analisi completa e oggettiva piuttosto che viziata dalle paure e da altri condizionamenti.