Crescita personale
Battere l’ansia da prestazione
Non è solo un problema sessuale: quando ci sottoponiamo ad una prova, di qualunque tipo essa sia, può capitare di dover battere l'ansia da prestazione. E non si tratta nemmeno di un luogo comune, esiste e crea notevoli difficoltà. Vediamo di capirci qualcosa in più.
Prima di un compito in classe o di un esame importante, sul lavoro o a letto: sono tutte situazioni in cui potrebbe capitarci di dover battere l’ansia da prestazione. L’ansia è una condizione molto comune, ne soffriamo tutti prima o poi nella vita; ma imparare a convivere con i sintomi è una vera sfida personale.
Lo stesso discorso vale per l’ansia da prestazione, che se tralasciata può seriamente compromettere gli obiettivi da raggiungere. In linea generale soffrire di ansia da prestazione coincide con il timore di non farcela: ci si concentra esclusivamente sul “come dovrebbe andare secondo me” piuttosto che sul “fare”. Insomma si sente la pressione del risultato senza riuscire a vederlo.
L’ansia da prestazione è strettamente connessa all’approvazione. Si diventa dipendenti dal giudizio altrui, ogni traguardo viene vissuto per dimostrare qualcosa a qualcuno che non siamo noi stessi. A pagarne le spese non è solo l’autostima, ma anche l’equilibrio emotivo. E la conseguenza più naturale dello squilibrio emotivo, o dell’atto di sminuirsi, è il rischio di non farcela.
Prima di gettare tutto all’aria, abbiamo il dovere di provare a battere l’ansia da prestazione; se ci arrendiamo il problema si ripresenterà come un vero e proprio tsunami. Come e dove si manifesta l’ansia da prestazione? Con quali armi possiamo combatterla?
Sommario
Battere l’ansia da prestazione a letto
Il letto è il luogo dove l’ansia da prestazione si manifesta con maggiore facilità. Colpisce entrambi i sessi, che soffrono calo del desiderio, mancanza di erezione o lubrificazione, difficoltà a raggiungere l’orgasmo.
Se comunemente si tende ad immaginare l’ansia da prestazione nell’uomo, bisogna dire che la realtà è un po’ più variegata. Uomo e donna soffrono entrambi di ansia da prestazione a letto, e molto spesso le cause sono le stesse.
Ad essere colpiti sono sia i rapporti occasionali che quelli duraturi. L’ansia da prestazione dei primi è solo un po’ più palpabile, perché colpisce quando dovrebbe prevalere una misurata spensieratezza. Alzare l’asticella delle aspettative, congiuntamente ad una normale voglia di “fare una bella impressione”, giocano un ruolo fondamentale nell’andamento e la riuscita dell’incontro.
Al contempo, anche in una relazione di vecchia data può insinuarsi il dubbio o la paura di essere diventati abitudinari; nei casi peggiori, entrambi i partner vivono il rapporto sessuale con sofferenza, come un dovere piuttosto che un piacere.
Quello che però stona in queste situazioni è l’eccesso: non nel provare a superare le difficoltà, bensì nel pensare a come queste andrebbero superate. Avere un’idea ben precisa di cosa ci fa stare bene è cosa buona e giusta, ma considerare quell’idea come l’unica realizzabile è decisamente sbagliato.
Rimedi per l’ansia da prestazione a letto? Meno pensieri e più concretezza! Che sia una volta, o per tutta la vita, fare l’amore deve essere un piacere. Prima di rinunciarci, è bene affrontare ansie ed insicurezze tralasciate lungo tutto il percorso della vita, meglio se con uno specialista. L’impegno nell’indagine e la disponibilità ad aprirsi completamente potranno davvero fare la differenza!
Ansia da prestazione sportiva
Anche lo sport è terreno fertile per la comparsa di ansia da prestazione. Ebbene si, un’attività che dona benessere ed equilibrio interiore, può degenerare in un’esperienza tesa e stressante.
In chi manifesta ansia da prestazione sportiva, il risultato conta di più del benessere guadagnato conseguendolo. In una prestazione agonistica questo atteggiamento risulta esasperato: l’atleta è totalmente assorbito dall’allenamento ma non raggiunge i traguardi attesi. La competizione diventa opprimente, e occupa ogni pensiero di chi la vive; lo sport da momento felice diventa un incubo.
Purtroppo anche gli sportivi amatoriali possono soffrire di ansia da prestazione: la motivazione è la stessa, la stessa voglia spasmodica di raggiungere e vedere i risultati attesi. Non si tratta più di performance sportive sane, bensì di sessioni durissime di allenamento volto a raggiungere risultati sempre più lontani. Mai sentito parlare di “poco alla volta”, “piccoli traguardi quotidiani” o di “chi va piano va sano e va lontano”? Ecco, sono tutti modi di dire la stessa cosa: il risultato deve essere raggiungibile e proporzionale alle capacità del singolo individuo.
Quali sono i rimedi per l’ansia da prestazione sportiva? Sicuramente misurarsi con traguardi raggiungibili. Che si tratti di un professionista o di un’atleta amatoriale, è importante non cercare di forzare le proprie capacità fisiche. La fatica e la frustrazione di non riuscire, dove in teoria si dovrebbe senza problemi, comportano grande disagio psicologico; ci si sente inadeguati e inadatti senza pensare che forse non ci si sta misurando con gli obiettivi giusti.
Insomma, per battere l’ansia da prestazione sportiva bisogna capire da dove viene il blocco e se si può superare senza ridimensionare l’obiettivo preposto. E se si verificasse quest’ultimo caso…Beh meglio un risultato più umano che una sofferenza disumana.
Battere l’ansia da prestazione è possibile?
Si, è possibile e necessario. L’abbiamo detto molte volte in questo articolo, l’ansia da prestazione è una condizione che viene soprattutto da noi. Non solo dall’esaltare le aspettative, ma anche dal solo pensarci continuamente.
L’ansia è una conseguenza del condizionamento che ci poniamo, quando cerchiamo di controllare e gestire ogni singola cosa; o quando preferiamo pensare che qualcosa andrà male invece di agire per far si che vada bene. Sono atteggiamenti molto comuni, probabilmente più evidenti nei soggetti sensibili, ma pur sempre presenti. Che sia a letto, a scuola, a lavoro o addirittura nello sport, reagire ai condizionamenti mentali è fondamentale.
Al momento della comparsa dei sintomi dell’ansia da prestazione sarebbe bene fermarsi e cercare di intervenire immediatamente. Valutare innanzitutto se si ha un programma per conseguire l’obiettivo, e nel caso svilupparne uno; se il problema è il non rispetto del programma, è bene capire se esso rispecchia le potenzialità individuali, e nel caso non lo faccia di apportare le adeguate modifiche. Mai fermarsi, buttarsi giù e piangersi addosso: il passo falso successivo è proprio quello, il non fare.
L’azione è la chiave nella risoluzione del problema: non solo quella dell’impegnarsi per cambiare le cose, ma anche quella di saper chiedere aiuto al momento giusto. Non ci deve essere vergogna o sconfitta nel cercare l’aiuto di un professionista, anzi. Il subconscio è un’area molto complessa della personalità, perfino per un tecnico del settore; avventurarsi da soli alla ricerca di quello che ci sfugge può risultare complicato se non impossibile.
Serve una guida, qualcuno che sappia guardare tra i pezzi del puzzle per trovare quello mancante che non riusciamo a trovare. Per battere l’ansia da prestazione non basta di certo trovare un solo pezzo del puzzle, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.